Pesca alle Steelhead - 2a parte

Il fascino della pesca alla “testa d’acciaio”

Come vi ho raccontato nell’articolo precedente, sul Nass abbiamo pescato bene ed abbiamo catturato e rilasciato, qualche volta con involontario anticipo, un bel numero di magnifiche Steelhead che non si sono negate alle nostre “proposte”: sempre decenti e sempre rispettose di quell’etica che rende questa pesca così affascinante ed incerta.

 

Prendere una Steelhead con la mosca secca o grazie alla buona presentazione di un’intruder anche dopo ore di “assoluto silenzio” è una grande soddisfazione: capisci di sapere ancora pescare e non hai perso il metodo e la costanza che ti fanno sentire un vero Steelheader.

 

Nella seconda parte del viaggio, insieme a novizi pescatori di Steelhead, abbiamo affrontato le acque di un bellissimo affluente del fiume Nass con rinfrancato ottimismo e condizioni meteo decisamente migliori, almeno nella prima parte della settimana.

 

Chi va a pescare la Steelhead per la prima volta ha un tremendo bisogno di catturare per entrare in sintonia con questa pesca. I nuovi Steelheader non hanno perso tempo a sintonizzarsi sul canale giusto e si sono ben destreggiati con attrezzature e tecniche per loro nuove. Tutti hanno allamato e preso diversi pesci già dal primo giorno e con il passare dei giorni sono diventati sempre più autonomi ed intraprendenti.

 

Quando peschi con l’aiuto di guide esperte tutto è naturalmente più semplice ma poi sei tu a lanciare, a presentare l’artificiale, a percepire l’abboccata e a combattere la Steelhead: mettere nella giusta sequenza la gestualità e le sensazioni che provi durante l’azione di pesca richiede comunque concentrazione ed attenzioni che la guida non ti può trasmettere.

 

La seconda parte della settimana ci ha riservato diverse sorprese, che questa pesca presenta in autunno: tanta pioggia, neve, mani gelate, anelli ghiacciati e…orsi!

Le cresciute difficoltà hanno un po’ rallentato la frequenza delle catture e, forse, sono servite a riportare con i piedi per terra gli “sfrontati novizi”. Sì, perché dopo pochi giorni pensavano ovviamente di avere capito tutto!

 

Io pesco la Steelhead da 25 anni e a tutt’oggi non credo di essere un fenomeno né tantomeno di avere capito tutto quello che serve per catturare sempre e comunque.

L’esperienza fatta in questo viaggio, che è stata comunque la più difficile degli ultimi 6/7 anni, mi ha confermato che l’incertezza e le imprevedibili situazioni che questa pesca riserva hanno un peso notevole sul fascino che la Steelhead esercita su chi la pesca con il giusto spirito.

 

Voglio infine condividere una personalissima convinzione: il prossimo anno non mancate l’appuntamento con le Steelhead in British Columbia perché LORO ci saranno in grande numero e se le saprete affascinare non vi deluderanno!

 

Articolo di Orazio Achille Gatti

 

Richiedi informazioni